In pochissimo tempo, il lavoro così denominato “smart” è entrato a far parte delle nostre realtà aziendali come necessità ma soprattutto come opportunità.

Ciò che è stata una necessità scaturita dalla situazione pandemica, oggi si è tramutata in oggetto di grande interesse sia per i lavoratori che per gli imprenditori.

Smart working. Da necessità ad opportunità

Questa modello organizzativo di lavoro è una vera e propria innovazione per le imprese. L’osservatorio Smart Working del politecnico di Milano lo definisce come “una nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione alle persone di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati

Importante, al fine che lo smart working funzioni, è la definizione di metriche e obiettivi precisi da raggiungere. Ma non solo!

Con questo articolo, tratteremo:

  • Differenze con il telelavoro
  • Risparmio
  • Sostenibilità e infortuni sul lavoro
  • Soddisfazione dei collaboratori
  • Come applicare lo smart working alla propria azienda

Differenza tra smart working e telelavoro

Lo Smart working (o lavoro agile) non è telelavoro. Ma come si distinguono?

Nel Telelavoro, il datore di lavoro è obbligato ad eseguire controlli di sicurezza sui luoghi di lavoro e verificarne anche l’adeguata separazione dall’ambiente abitativo. È inoltre previsto un riposo obbligatorio di almeno 11 ore ogni 24 e un’astensione obbligatoria dal lavoro da mezzanotte alle cinque di mattina.

Per ciò che riguarda invece lo smart working: non è prevista alcuna astensione obbligatoria, ansi, di solito è prevista una libertà di orario e di luogo, un uguale trattamento economico rispetto agli interni e un diritto alla disconnessione previsto dalla legge.

Quindi lo smart working consente maggiore libertà al lavoratore dalla quale scaturisce un miglior risultato in termini di produttività. Ma per poterlo attuare, occorre un attento lavoro organizzativo.

Smart working e risparmio

Secondo i dati raccolti dall’osservatorio Smart working, risulta che nel 2019, solo il 12% delle PMI, il 16% delle PA ed il 58% delle grandi imprese, hanno posto in atto progetti di smart working. Questi numeri sono cresciuti nel 2020 e cresceranno, senza alcun dubbio, anche in futuro.

Parlando solo dell’Italia, lo smart working è infatti già applicabile al 70% degli attuali occupati e potrebbe generare un incremento della produttività del 15% per ogni lavoratore. Un vantaggio economico stimato di 13,7 miliardi di euro!

Avere un lavoratore in smart working, infatti, vuol dire avere risparmi di costi connessi alla produzione e, in casi estremi, si potrebbe risparmiare anche su tutta la sede.

<<WordPress vende la sede perché “non la usa nessuno”[1]>>

Questi risparmi possono ripercuotersi anche sui lavoratori per via di minori costi di spostamento, risparmio di tempo, minori costi legati all’abbigliamento “da ufficio”, minore stress derivante dal traffico e da relazioni difficili con i colleghi, nonché, minori costi legati alla cura della casa e della famiglia (babysitter, pulizie ecc…).

Smart working, sostenibilità e infortuni sul lavoro

A contorno del risparmio economico, si aggiunge anche una riduzione non indifferente dell’impatto ambientale, sociale ed economico. Viene ridotto l’inquinamento atmosferico e la produzione di CO2 diminuisce di circa 135 kg ogni anno per ogni lavoratore. Il traffico viene alleggerito e di conseguenza l’impatto di esso sulle infrastrutture (quindi sui costi di manutenzione). E a fare da ciliegina sulla torta, gli infortuni vengono drasticamente ridotti!

Ricordiamo che gli infortuni “in itinere” sul lavoro nei primi nove mesi del 2019 sono stati 72.199, di cui 217 mortali[2].

Soddisfazione dei collaboratori

L’equilibrio migliore tra lavoro e vita, una migliore gestione della libertà e la maggiore responsabilità e fiducia attribuita al lavoratore diventano, inoltre, un grande strumento di gratificazione per il dipendente ma anche un’arma vincente di attrazione e mantenimento dei migliori giovani talenti.

Insomma, lo smart working porta vantaggi sotto tanti aspetti. Le difficoltà possono essere legate ad ostacoli di natura organizzative e psicologica dovuti alla mancanza di controllo o alla paura che il dipendente fuori sede non lavori. Ma una volta superati queste difficoltà, i benefici sopracitati si legano inesorabilmente con una maggiore soddisfazione dei collaboratori!

Come applicare lo smart working alla propria azienda

Al fine di applicare questa metodologia di lavoro innovativa bisogna:

  • Cambiare le metriche di valutazione del lavoro verso quelle più orientate agli obiettivi ed ai risultati e meno alle ore lavorate.
  • Creare policy (regole aziendali condivise) e scegliere gli strumenti: telefono? E-mail? Office 365?
  • Verificare se le esigenze di stampare documenti, tabelle, e-mail ecc… sono reali e comprovate oppure se possono essere limitate o addirittura eliminate.

L’applicabilità dello smart working quindi dipende dall’azienda di riferimento ma comunque, l’applicabilità di esso oltre ad essere vastissima è incredibilmente conveniente.

Per saperne di più: Webinar gratuito Smart working: vantaggi e opportunità per la tua azienda.

[1] WordPress vende la sede perché “non la usa nessuno” – Wired

[2] Fonte: INAIL